Benché la leggenda faccia risalire a Noè l´origine del popolo armeno, sembra che solo nel sec. VI a.C. gli Armeni si siano costituiti come popolo intorno al monte Ararat, nelle scoscese catene del Caucaso. L´Armeno è un popolo venuto dalla fusione degli abitanti dell´antico regno di Urartu con tribù indoeuropee venute dalla Frigia. La prima notizia storica ci viene da un´iscrizione cuneiforme dell´epoca degli achemenidi´ la dinastia persiana fondata da Ciro intorno al 550 a.C..
Nel II sec. a.C. gli Armeni erano già uno stato indipendente. Uno dei suoi re, Tigràn il Grande (95-55 a.C.), conquistò la Cappadocia ed estese il suo dominio sino alla Fenicia, sulla costa mediterranea. Un´espansione molto breve, perché nel 67 a.C. i Romani ridimensionarono Tigràn.
Tra gli anni 310-313 il re Tiridate II (287-330) si convertì´ al Cristianesimo ad opera di S. Gregorio l´Illuminatore, e proclamò il Cristianesimo religione di stato. Da questo momento la fede cristiana, insieme alla lingua armena, sarà la componente più dinamica dell´anima nazionale.
Conquistato nel 642 a sangue e fuoco dai Musulmani, il paese fu superficialmente occupato e risparmiato dalla islamizzazione. A partire dal sec. IX la dinastia locale dei Bagratidi, che scelse Ani come capitale, assicurò all´Armenia una certa prosperità e un notevole rinascimento artistico.
Conquistata nel 1071 dalle orde turche Seleucidi che devastarono tutta l´Armenia, una parte della nazione, con i regnanti a capo, emigrò in terra bizantina, installandosi tra le montagne del Tauro e della Cilicia. Qui, nel 1073, fondarono il principato dell´Armenia Minore e, nel 1198, un regno che durò fino al 1375. Ebbe relazioni molto strette con i Crociati, ai quali gli Armeni prestarono aiuto militare. A Edessa si costituì un principato Armeno Franco che durò mezzo secolo.
UN POPOLO MARTIRELe comunità armene dell´Armenia Maggiore e dell´Armenia Minore caddero nei sec. XV-XVI una dopo l´altra sotto la dominazione dei Turchi Ottomani, nella quale gli Armeni vissero in relativa prosperità, grazie alla loro indole intraprendente e all´amore per il lavoro. I problemi spuntarono a metà del secolo scorso, quando le idee di uguaglianza, progresso e autonomia venute dall´Occidente si propagarono tra le minoranze cristiane dell´impero turco. L´applicazione concreta di tali idee di libertà porterà al genocidio del popolo armeno.
In effetti, nel 1894 un rumore di “complotto armeno” si estese per tutta la penisola turca dell´Anatolia. La reazione dei Turchi fu brutale: furono assassinati almeno 300 mila Armeni, mentre 100 mila emigrarono fuori dell´impero- Nel 1909 ci furono altri massacri in Adana e a Antiochia: erano solo il preludio del genocidio perpetrato durante la guerra mondiale del 1915-18: più di un milione e mezzo di Armeni persero la vita e fuggirono dalla terra che li aveva visti nascere.
Terminate le guerre e le stragi, gli Armeni del Caucaso, che da un secolo erano sotto il dominio russo, approfittarono della rivoluzione bolscevica, che aveva disarticolato le basi dello stato, per proclamare un´Armenia indipendente (28 maggio 1918). L´indipendenza durò fino al 29 novembre 1920, quando Sovietici e Turchi si spartirono il Paese.
Gli Armeni scampati al genocidio turco si stabilirono per lo più in Siria e in Libano, allora sotto il mandato francese, e a poco a poco ricostituirono le proprie istituzioni comunitarie.
La caduta del Comunismo in Armenia ha permesso di realizzare nel 1991 l´antico sogno nazionale: l´indipendenza di Hayastan (la terra dei Hayk, Armeni).
INIZI DELLA CHIESA ARMENALa tradizione riferisce che furono gli apostoli Bartolomeo e Giuda Taddeo gli evangelizzatori dell´Armenia. E´ più sicuro affermare che l´evangelizzazione fu opera di missionari della Siria e della Cappadocia. Fu così vigorosa che verso il 299 il re Tiridate TI si convertì al Cristianesimo con il suo popolo. Il promotore di questo cambio fu S. Gregorio l´Illuminatore, figura prominente del Cristianesimo armeno.
Aggregata inizialmente alla Chiesa metropolitana di Cesarea di Cappadocia, in territorio romano, la Chiesa armena si proclama autonoma ai primi del sec. V, sotto la giurisdizione di una specie di patriarca che prende il nome di catholicòs (arcivescovo che ha dei suffraganei). Tale titolo era dato primitivamente al capo di una comunità cristiana fuori dei confini dell´impero romano-bizantino, fuori cioè della giurisdizione dei patriarchi. Attualmente conservano il titolo di Catholicòs i capi delle Chiese armena, nestoriana e georgiana.
A partire dal sec. IV si consolidano le istituzioni ecclesiastiche armene e si forma la liturgia, fortemente influenzata dall´antico rito di Gerusalemme. Al tempo stesso si crea l´alfabeto armeno che la tradizione attribuisce al monaco Mesrop (360-440); ciò permette di tradurre nella lingua nazionale i testi liturgici scritti fino ad allora in greco e in siriaco.
LA CHIESA ARMENA SI SEPARA DALLA CHIESA CATTOLICANel 451 a Calcedonia ci fu il Concilio ecumenico che definì le due nature, umana e divina, nell´unica persona del Cristo. Benché la Chiesa armena, impegnata in guerre coi Persiani, non partecipasse ai dibattiti conciliari, tuttavia le decisioni del concilio furono accolte con diffidenza, dato che il potere imperiale bizantino aveva partecipato attivamente alle conclusioni conciliari. Tutto questo, col fatto che i vescovi monofisiti della Siria (sostenitori della sola natura divina del Cristo) furono i primi a informare i prelati armeni intorno alle definizioni di Calcedonia, e con l´aggiunta dei problemi di traduzione dei termini teologici greci di natura e persona, spinse la Chiesa armena a rifiutare le decisioni conciliari e a separarsi quindi dalla Chiesa cattolica. Due concili nazionali, celebrati nel 506 e nel primo centenario di Calcedonia (551), confermarono il rifiuto e l´adesione al monofisismo. Solo alcuni vescovi armeni ricusarono di condannare le decisioni calcedonesi: e questo causò all´interno della Chiesa armena uno scisma che durò lungo tempo.
Tale situazione di allontanamento dalla Chiesa universale durerà fino ai sec. XI-XIII, quando la Chiesa latina, rappresentata dai Crociati, suscitò tra gli Armeni, movimenti unionisti. Così il catholicòs Nersès IV (1166-1173) consacrò la sua vita a un´intesa fra Armeni, Greci e Latini. Durante la prima metà del 1200 si arrivò a stabilire un´effimera unione con Roma. Era il tempo in cui Domenicani e Francescani si erano lanciati all´evangelizzazione delle regioni dell´Armenia Minore, convertendo molti al Cattolicesimo romano, senza però giungere a formare una Chiesa cattolica parallela. Durante il Concilio di Firenze (1439) i rappresentanti armeni sottoscrissero l´atto di unione a Roma. Senza dubbio, fu una decisione senza effetti pratici.
UNA CHIESA, 4 PATRIARCHIFino al sec. XI la Chiesa armena era unita sotto un unico patriarca, il catholicòs di Etchmiadzìn, città santa degli Armeni. Con il grande esodo armeno in Cilicia, dove si fondò nel 1073 il principato dell´Armenia Minore, il catholicòs di Etchmiadzìn lasciò la sua sede del Caucaso per installarsi nella nuova patria armena. Nel 1293 si stabilisce a Sis, capitale della Cilicia. Questo trasferimento della sede patriarcale rese più profondo il solco fra le due Armenie, la Maggiore del Caucaso, che rimase senza capo spirituale, e la Minore di Cilicia.
Vent´anni più tardi, nel 1311, il vescovo armeno di Gerusalemrne, insoddisfatto dell´avvicinamento tra gli Armeni di Cilicia e Roma, prende il titolo di patriarca, confermato ufficialmente dal sultano d´Egitto. Un secolo dopo, nel 1441, è la volta dell´Armenia di Caucaso che, sentendo la necessità di avere un capo spirituale, nominano un nuovo catholicòs con giurisdizione sugli Armeni dell´Armenia Maggiore.
Il quarto patriarcato ha inizio sotto l´azione dei Turchi ottomani). Alcuni anni dopo la conquista di Costantinopoli i Turchi favoriscono l´istituzione di un patriarcato nella capitale (1461) con giurisdizione civile e ecclesiastica sopra tutti gli Armeni dell´impero.
E´ così che la Chiesa armena ortodossa risulta divisa fino ad oggi in quattro strutture autonome: il catholicòs di Etchmeadzìn e quello di Sis; i patriarchi di Gerusalemme e di Costantinopoli. Tra essi l´unico elemento di interdipendenza è il riconoscimento del primato d´onore del catholicòs di Etchmiadzìn.
I1 catholicòs di Sis, fondato nel 1293, continuò fino al 1921. Il genocidio degli anni 1915-18 costrinse il patriarca a trasferire la sue sede prima a Aleppo e poi, nel 1930, a Antelias, al nord di Beirut, dove attualmente risiede. Ha giurisdizione sopra gli Armeni del Libano, Siria e della diaspora: in tutto un 400 mila fedeli.
I1 patriarca di Gerusalemme ha giurisdizione sugli Armeni di Terra Santa e Giordania (4 mila fedeli). Risiede a Gerusalemme, nel monastero di S. Giacomo il Maggiore, centro religioso e sociale degli Armeni in TS. Infatti, intorno a questo monastero si è sviluppato un quartiere interamente abitato dagli Armeni con le loro chiese, il seminario, scuole, associazioni, biblioteca con 50 mila volumi, tipografia e museo d´arte religiosa. Il patriarca di Gerusalemme è eletto dalla fraternità di S. Giacomo composta da 60 membri, tra cui i monaci del monastero, e, per la maggior parse, da secolari. Egli è assistito da quattro vescovi, il primo dei quali ha il titolo di Gran Sacrista ed è, al tempo stesso, superiore del monastero.
Il patriarcato è proprietario dei seguenti santuari: due cappelle al S. Sepolcro, una cappella nella chiesa della Natività a Betlemme; la chiesa di S. Giacomo Maggiore eretta sul luogo del suo martirio, le case di Anna e Caifa. Con i Francescani e i Greci ortodossi è comproprietario della Tomba del Signore e della Grotta della Natività.
LA CHIESA ARMENA CATTOLICALa Chiesa armena cattolica non è nata nelle montagne del Caucaso come la sorella ortodossa, chiamata anche georgiana, ma negli ambienti arabizzati della Siria e del Libano, lontana dalle influenze dei due catholicòs di Etchmiadzin e di Sis. L´origine di questa Chiesa è frutto dello zelo apostolico dei missionari gesuiti, carmelitani e cappuccini, a partire dal sec. XVI. Facilitava la conversione il fatto di non aver serie divergenze teologiche tra Armeni ortodossi e cattolici, dato che il monofisismo dei primi è solo nominale. Per questo gli Armeni ortodossi non sono considerati eretici, ma scismatici, cioè separati dalla Chiesa universale.
Nel 1740 un sinodo di vescovi armeni uniti a Roma elegge il primo patriarca cattolico di rito armeno nella persona dell´arcivescovo di Aleppo, Abraham Ardzivian, che era stato deposto dalla sue sede per aver abbracciato la fede cattolica. Ricevuta la conferma ufficiale del Papa, il nuovo patriarca si stabilisce provvisoriamente in Kraim, in Libano. I1 suo successore stabilisce nel 1749 la sue residenza ufficiale nel monastero di S. Maria di Bzummar sulle montagne libanesi. Al tempo stesso cominiciano a svilupparsi le strutture episcopali della nuova Chiesa in Aleppo, Palestina, Cilicia, Anatolia e Alta Mesopotamia. Nel frattempo la Chiesa armena ortodossa opponeva forte resistenza a quella cattolica fino a ricorrere al braccio secolare ottomano “per ricondurre i ribelli della nazione armena”. Solo nel 1831 gli Armeni cattolici ottennero dal Sultano di sottoporsi all´autorità del, patriarca ortodosso dal quale dipendevano civilmente. Il patriarca cattolico Pietro IX riunisce per la prima volta nella sue persona i due poteri, religioso e civile, della comunità cattolica e stabilisce la sue sede a Costantinopoli, dove rimarrà fino al 1928.
La prima guerra mondiale fu disastrosa anche per gli Armeni cattolici dell´Anatolia turca: praticamente sparirono dalla carta geografica; per questo trasferirono la loro sede patriarcale a Bzommar.
La giurisdizione del patriarca cattolico, oggi nella persona di Giovanni XVIII Kasparian, si estende su tutti gli Armeni cattolici d´Oriente e della diaspora. Conta quattro archidiocesi: Beirut, Aleppo, Istambul, Bagdad; otto diocesi: due in Siria, una rispettivamente in Iran, Egitto, Grecia, Francia, Romania; tre esarcati: Gerusalemme, Argentina, Europa Unita. Nell´Armenia indipendente vi è un arcivescovo cattolico con il titolo di “Arcivescovo degli Armeni di Sebaste”.
A questa Chiesa appartengono la congregazione dei Mekitaristi, divisi in due rami: quello dell´isola di S. Lazzaro a Venezia (fondata nel 1717) e quello di Vienna (dal 1800); e le monache dell´Immacolata Concezione, fondate nel 1852.
In Gerusalemme il patriarcato cattolico è rappresentato da un vescovo, senza clero, con il titolo di I esarca; ha giurisdizione sopra gli Armeni cattolici in Terra Santa (ca 400) e di Giordania. L´attuale esarca è il vescovo Andrea Bedoghlian e , prima di lui per tre anni e mezzo, P. Basilio Talatinian. La residenza vescovile è alla IV Stazione della Via Crucis, dove possiede la chiesa annessa dedicata a “S. Maria dello Spasimo”.
Dal sec. XIX esistono anche Armeni protestanti, riuniti nella “Unione delle Chiese Armene”. Gli aderenti sono circa 150 mila.